La mostra presenta decine di lavori su carta, disegni e pittura, dell'artista romana Marianna Caprioletti, che si appropria di forme istituzionalizzate del linguaggio artistico tradizionale e le coniuga con la propria cifra stilistica, creando opere che risultano essere al contempo una desacralizzazione, una reinterpretazione e una sua personale appropriazione di esse.
Dopo la personale al Museo di Roma in Trastevere, la Caprioletti continua a riscrivere, tradurre e assimilare graficamente le immagini di grandi maestri, partendo da Giotto e spostandosi poi in epoche successive e tra correnti artistiche diverse.
Malgrado la sindrome di Pendred, malattia genetica che dalla nascita confina Marianna Caprioletti in una sorta di "terra di silenzio e isolamento", negli anni essa è riuscita a creare un linguaggio artistico proprio e affascinante, di grande forza espressiva.